Il sogno di Ippocrate
Questa notte ho fatto un sogno, ero in un mondo completamente diverso, le carrozze non avevano bisogno di cavalli e viaggiavano su strade perfettamente lisce, costruite evidentemente, dagli Dei.
C’erano macchine volanti e nel sogno tutto sembrava funzionare. C’erano grandi edifici in cui si praticava la medicina utilizzando macchinari incredibili capaci di osservare le parti interne del corpo, e sale operatorie con luci artificiali e altre incredibili meraviglie. Poi , nel sogno, qualcosa è cambiato ed è cominciato un incubo.
Le persone che portavano le divise ed effettuavano visite ed interventi NON erano medici ma addetti che applicavano le direttive imposte dall’alto, non riuscivo a capire chi desse gli ordini e perché gli addetti obbedissero, probabilmente non erano attrezzati dal punto di vista morale e conoscitivo per poter agire in libertà, forse le macchine avevano un’intelligenza superiore a quella degli uomini di quella società immaginifica, forse i politici erano migliori di quelli contemporanei.
C’erano poi dei consigli di saggi, o almeno così mi è parso nel dormiveglia, che si ritrovavano in tempi della medicina chiamati ordini dei medici. Questi “saggi” avevano il compito di vigilare che ogni iscritto seguisse i dettami dell’ordine costituito e di sanzionare chi tentasse di usare la medicina secondo scienza e coscienza.
C’erano lunghe file di persone scortate da militari che attendevano di ricevere la loro dose trimestrale di un elisir di giovinezza, o qualcosa del genere ma non c’era gioia nei loro occhi né gentilezza da parte degli uomini armati.
Sudato e stanco mi sono svegliato e con grande sollievo mi sono accorto di essere ancora nella mia amata Grecia .
Scosso dal sogno ho deciso di scrivere questo giuramento nella speranza che mai si verificherà una situazione simile nella nostra amata patria e che questo diventi un decalogo per le generazioni future:
Giuramento di Ippocrate
Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per gli dèi tutti e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto: di stimare il mio maestro di questa arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest’arte, se essi desiderano apprenderla; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro.
Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, mi asterrò dal recar danno e offesa.
Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, nè suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.
Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte. Non opererò coloro che soffrono del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa attività.
In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l’altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi.
Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell’esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili. E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell’arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro”.
Ippocrate di Kos