Coronavirus: Il parere di un dentista
STUDIO DENTISTICO SIDOTI – Ve lo dico chiaramente, io sono solo un dentista e non so più cosa pensare sull’argomento Coronavirus. Io, come dentista, avevo trovato interessante il modo britannico di affrontare la crisi sanitaria causata dal Coronavirus. Quindi in maniera diversa da quella della maggior parte dei paesi europei. In questo modo si avrebbe avuto un termine di paragone. Il fatto che solo dopo una settimana anche loro abbiano cambiato idea la dice lunga sulla confusione generalizzata che interessa tutto il globo. Per quel che riguarda la nostra situazione, a naso, forse avrei preferito un blocco totale piuttosto che parziale, 15/20 giorni fatti bene. In ogni caso sono convinto che se fosse capitato negli anni 70 nessuno se ne sarebbe quasi accorto e alla fine si sarebbero contati parecchi morti in più che avremmo attribuito allo smog o al grande freddo di quegli anni.
SI STA NAVIGANDO A VISTA
Avendo le conoscenze attuali il problema etico è inevitabile. In ogni caso dubito che tra 15 giorni sarà tutto passato. La verità è che stiamo navigando in acque sconosciute l’approccio britannico potrebbe essere migliore o drasticamente peggiore nessuno lo sa. Al momento e qualsiasi valutazione o giudizio ha carattere puramente speculativo o ascrivibile alla categoria “chiacchiericcio”. Io credo che alla fine, direi tra 3 anni, perché questa sarà, verosimilmente, la durata della della patologia su scala mondiale come è accaduto, per esempio, con la “spagnola” che imperversò dal 1918 al 1920. Si potrà tentare di tirare le somme per avere dei dati meno empirici utili ad affrontare una nuova eventuale emergenza sanitaria.
SVILUPPARE ALTRI ANTIBIOTICI
Da questo punto di vista mi fanno più paura i batteri perché la resistenza a questi diventa ogni giorno più drammatica e le case farmaceutiche non hanno alcun interesse a sviluppare nuovi antibiotici perchè è molto più remunerativo trovare un nuovo antidepressivo o un antipertensivo che prevedono decenni di trattamento contro i giorni di un antibiotico. Ritornando alla questione Covid-19 la mia personale visione è che, poiché il numero di contagiati è enormemente sottostimata (almeno di un fattore 10 o, più probabilmente, 100) la mortalità sia ben più bassa di quella che esce dai dati ufficiali che sono fortemente influenzati dal fatto che i tamponi non si fanno se non in casi particolari.
STIAMO A CASA
Persino il personale medico sintomatico non viene sottoposto a tampone. Questo, da un lato ci fa capire quanto il sistema sia fortemente inadeguato a fronteggiare un’epidemia, dall’altro ci dice che la mortalità sia più bassa di quella che esce dai dati. Attenzione non che sia bassa, ma più bassa di quella che esce dai dati ufficiali. Comunque, quello che dobbiamo fare ora, visto che anche nella nostra provincia i casi stanno aumentando, è stare il più possibile isolati per non vanificare il grande sacrificio che in molti stiamo facendo. In altre parole, come dentista dico a tutti per questa emergenza Coronavirus stiamo a casa.